Tutto è iniziato nella cucina di Kristin, quando avevo circa cinque anni. Fino ad allora ero stata un animaletto che assorbiva con gli occhi, le orecchie e tutti i sensi solo ciò che era natura. Dell’esistenza di qualcosa chiamato cultura non sapevo niente fino a quando entrai sulle mie gambette esili nella cucina di Kristin e una frustata di questa cultura non si abbatté sudi me senza alcun preavviso. Kristin era sposata con il nostro vaccaro e, inoltre, era la mamma di Edit. Questa Edit – che sia benedetta oggi e per sempre – mi lesse la favola del gigante Bam-Bam e della fata Viribunda e scatenò nel mio animo bambino un’oscillazione che non si è ancora del tutto fermata.
È per questo che scrivo libri per bambini. E tutto è solo un proseguimento di quel che iniziò tanto tempo fa nella cucina di Kristin.
Astrid Lindgren
Così Astrid Lindgren descrive il suo primo incontro con le storie, le fiabe, la letteratura. E da qui parte la mia ricerca su cosa significa Tradurre Astrid Lindgren, oggetto della mia tesi di Laurea Magistrale in Scienze Linguistiche presso l’Università per Stranieri di Siena.
Il tema di questa tesi di laurea magistrale l’ho portato dentro per molto tempo. Io, come praticamente tutti i bambini svedesi, sono cresciuta con le opere di Astrid Lindgren. I primi suoi libri che mia madre mi ha letto, quando avevo circa quattro anni, sono Bullerbyboken (Il libro di Bullerby) e Pippi Långstrump (Pippi Calzelunghe). Poi, uno dopo l’altro, li ho letti praticamente tutti, prima con mia madre e, dopo aver imparato a leggere, anche da sola. Le storie sgorgate dalla fantasia della Lindgren fanno parte della mia infanzia e di quello che sono adesso.
In una tesi sulla traduzione della letteratura per l’infanzia, la prima domanda che salta alla mente è: che cosa si intende per letteratura per ragazzi? Riitta Oittinen a questo proposito sottolinea: «Io vedo la letteratura infantile come la letteratura letta in silenzio dai bambini e letta ad alta voce ai bambini». Klingberg, invece, la riduce alla «letteratura pubblicata per bambini e ragazzi». Comunque si voglia definire la letteratura per bambini e ragazzi, la sua traduzione è un campo sui generis, distinto dagli altri tipi di traduzione per modalità e finalità. L’importanza del linguaggio, dei giochi di parole, della fluidità del testo qui è accentuata rispetto al resto della narrativa e spesso i libri per bambini sono corredati di immagini che limitano l’uso di equivalenze e adattamenti.
La stessa Astrid Lindgren, in un articolo intitolato “Tradurre per bambini – è possibile?”, sottolinea che «i bambini hanno una prodigiosa capacità di immedesimazione, sanno vivere le cose e le situazioni più insolite, se ad aiutarli c’è un bravo traduttore, e […] la loro immaginazione da il cambio al traduttore quando questi rimane senza fiato».
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