In what way do you think that Swedish literature for children is needed in Italy?
It is really needed since Swedish literature for children often bring
up difficult issues in a good way. In my opinion, in Italian books for
children it is either taboo to portray difficult things, for example
suicide, or it is carried out in a moralising and redundant manner.
Storytelling is always from the adult’s perspective and I believe this
is wrong! If the adult always is the strong one, teaching and comforting
the child, children will find the story boring. In Swedish literature
for children you can talk about anything, even that which is difficult,
without it becoming a big deal. It can be a beautiful book, but in the
background, there might be a parent who died or committed suicide. The
point is that it is a good story, focusing on the main characters and
the rest just follows.
L’intervista completa in inglese a cura di Ingrid Heller la trovate QUI
I’m every woman di Liv Strömquist, Fandango Libri, 2019, ISBN 9788860446183.
La signora Munch, la signora Pollock, la moglie di Stalin e la signora Presley… tutte donne riunite da un unico destino: essere vittime di uomini incapaci di comportarsi in modo normale e ragionevole con la propria partner. Chi erano davvero queste donne e come l’aver scelto un amore romantico ha rovinato la loro intera esistenza? In «I’m every woman» (che richiama la canzone di Whitney Houston e la sua sfortunata relazione con Bobby Brown), Liv Strömquist lancia le sue frecce avvelenate contro l’ordine patriarcale, senza dimenticare di dare, di passaggio, sempre con l’umorismo graffiante e la leggerezza che la contraddistinguono, risposte a domande del tipo: Chi erano i peggiori fidanzati della storia? Perché l’Arcangelo Gabriele definiva troie tutte le donne? E perché gli uomini che difendono i valori della famiglia nucleare (come un certo Papa) non vivono mai in famiglie nucleari? Liv Strömquist prosegue con intelligenza e raffinatezza la sua critica intransigente ai valori maschili che dominano la società contemporanea.
I sentimenti del principe Carlo di Liv Strömquist, Fandango Libri, 2018, ISBN 9788860445711.
Durante una conferenza stampa dopo il suo fidanzamento con Diana, chiesero al principe Carlo se fosse innamorato. Dopo qualche esitazione, rispose: “Sì… qualunque sia il significato della parola amore”. “Che cos’è l’amore?” Partendo dal presupposto che i problemi di cuore non sono affatto prerogativa di cantanti, star e teste coronate, Liv Strömquist riflette sui perché e sui come delle relazioni amorose. Carlo e Diana (e un incrocio di filosofi, cantanti, scrittori e i politici che popolano le pagine del fumetto) si sovrappongono a fatti e situazioni reali della nostra vita quotidiana. In modo metodico e intelligente, Liv Strömquist dimostra che, in amore, i ruoli e i comportamenti di ciascuno non dipendono da una qualche natura umana immutabile. Raccontando la storia della nostra società attraverso i rapporti d’amore, l’autrice ci invita a guardare le relazioni in modo più libero e spregiudicato svelando i limiti e le storture di un sistema eteronormativo e sessista. Dopo aver letto I sentimenti del principe Carlo, certamente ci sarà un po’ più chiaro il perché Carlo abbia lasciato Diana o perché Whitney Houston abbia perso la testa per un tipaccio come Bobby Brown ma, cosa più importante, non guarderemo più la nostra vita di coppia nello stesso modo. Saggio in forma di fumetto rigoroso e documentato, I sentimenti del principe Carlo è innanzitutto un’arringa appassionata per l’autodeterminazione e la liberazione dei corpi e delle coscienze. Col suo umorismo brillante e salvifico, il libro di Liv Strömquist spicca per la sua eccezionale vitalità e – grazie al suo tratto apparentemente naïf – raggiunge una singolare freschezza che ne rafforza le tesi. I sentimenti del principe Carlo ha avuto un enorme successo, ricevendo in particolare il premio della satira “Ankam” assegnato dal magazine Expressen, ed è stato messo in scena nel 2011 da Sara Giese al Malmö Stadsteater.
Il frutto della conoscenza di Liv Strömquist, Fandango Libri, 2017, ISBN 9788860445070.
Che cosa accomuna sant’Agostino, gli inquisitori, Jean-Paul Sartre, John Harvey Kellogg degli omonimi cereali e Sigmund Freud? Che cosa ha occupato insistentemente l’attenzione di medici, pensatori, sessuologi e Padri della Chiesa rigorosamente uomini dall’origine dei tempi e a qualsiasi latitudine? L’aver dedicato troppa attenzione all’organo sessuale femminile, chi proponendo fantasiose operazioni, chi sostenendo che la masturbazione provocasse il cancro, chi pensando di rintracciare nella grandezza delle piccole labbra segni del diavolo… Dopo secoli di repressione e silenzio, con una carrellata che va dagli antichi Greci, le donne preistoriche, la Bella Addormentata, fino alle divinità indiane, i libri di biologia e le pubblicità di assorbenti, l’autrice svedese Liv Strömquist solleva il velo che nasconde l’organo sessuale femminile, in un libro esilarante e documentatissimo, nel quale idee preconcette, convinzioni diffuse e teorie blasonate vengono frantumate dal buonsenso e dalla logica di chi racconta il corpo delle donne nella sua forma e in base ai desideri che esprime, se li si vuole ascoltare. Un atto di accusa irridente, politicamente scorretto, che sposta il baricentro del discorso di genere, riportandolo all’origine del mondo.
Apnea di Arne Dahl, trad. Alessandro Borini e Samanta K. Milton Knowles, Marsilio, 2019, ISBN 9788829700189.
Sam Berger, ex sovrintendente della polizia criminale di Stoccolma, è di nuovo in fuga dalla giustizia, accusato di un omicidio che non ha commesso. Il fatto che Molly Blom, sua partner fortuita ed ex elemento di punta dei servizi segreti, sia in coma in un letto d’ospedale non aiuta: in quella storia marcia, tutti mentono e fanno il doppio gioco. Per quale motivo il capo del dipartimento informazioni dei servizi segreti sta aiutando Berger a nascondersi su un isolotto sperduto dell’arcipelago di Stoccolma? Qual è il misterioso incarico che vuole affidargli? Chi è realmente la talpa, il quisling passato dalla parte del nemico che cerca di incastrarlo? E dove può essere Aisha Pachachi, l’unica delle sette ragazze del caso Savinger che Sam e Molly non sono riusciti a liberare? Sembra che qualcosa di veramente orribile stia per accadere in Svezia, e Sam Berger ha l’impressione di trovarsi a mezz’acqua, in balia delle gelide correnti del Baltico. Lì dove mancano completamente i punti di riferimento, basta un istante per sbagliare direzione e, mentre si crede di portare a galla la verità, precipitare invece verso il fondo dell’abisso.
Bugie sepolte di Kristina Ohlsson, Salani editore, 2019, ISBN 9788893818339.
A Martin Benner non manca nulla. È un avvocato in carriera, le donne fanno la fila per lui, la sua vita è una scalata verso il successo. Ma più in cima si sale, più vertiginosa è la caduta e Benner fa il primo passo nel precipizio quando Bobby T varca la soglia del suo ufficio. Quell’uomo dall’aspetto inquietante vuole ingaggiare Martin per scagionare sua sorella Sara: un’assassina che ha confessato cinque efferati omicidi. Ma come si fa a riabilitare un serial killer? Soprattutto quando l’assassina in questione, Sara, si è uccisa buttandosi da un ponte? Benner ha un debole per le sfide e accetta di lavorare sul caso, che da Stoccolma lo porta fino all’arido Texas. L’indagine condurrà Martin in un gioco malvagio dove nessuno sembra volere – o potere – dire la verità, un gioco da cui non può più ritirarsi perché la posta è la sua stessa vita.
Kristina Ohlsson scava nel mondo patinato e venefico dei soldi e del potere con un protagonista insolito, cinico e irriverente. Bugie sepolte è il primo volume di un dittico thriller che ha conquistato il Nord Europa.
«Kristina Ohlsson è l’astro nascente del crime scandinavo» – Sunay Times
«Un thriller che arriva nei più oscuri meandri della società» – The Telegraph
«Kristina Ohlsson affiancherà Jo Nesbø nella lista degli autori imperdibili» – Booklist
Di Kristina Ohlsson ho tradotto anche Verità occulte, il secondo libro su Martin Benner.
Una famiglia quasi normale di Mattias Edvardsson, Rizzoli, 2019, ISBN 9788817119573.
“Ho pensato ad Amina, la mia più cara amica. Durante tutti gli anni della nostra amicizia non ci era mai capitato di essere interessate allo stesso ragazzo. Però avevamo previsto che potesse succedere e ci eravamo promesse che nessuno ci avrebbe mai diviso. Ma stavolta era diverso, inaspettatamente strano. Era stata lei a vederlo per prima. Forse avrei dovuto farmi da parte, ma non ne ero capace. Non sapevo che le nostre vite sarebbero cambiate per sempre.”
Eccola Stella Sandell, diciannove anni, disamorata di Lund e della Svezia, impegnata a progettare un lungo viaggio in Asia, abituata per noia a sedurre, capace di sarcasmo immediato verso un modello di carriera e di vita borghese che suo padre, pastore della Chiesa di Svezia, e sua madre, esperta avvocata, sognerebbero per lei. Poi una sera nel solito locale, con davanti la solita pinta di birra, un uomo entra dalla porta d’ingresso. La prima a vederlo è Amina. Ma non si pensi a una storia di gelosia e manipolazione; a un thriller, piuttosto, che incide la nostra sensibilità. Un thriller senza effetti speciali, forte di un’assonanza – per la situazione che descrive – a Pastorale americana di Philip Roth, anche questo con una famiglia al suo centro: un padre, una madre, la loro figlia Stella, avvinghiati in una storia gialla imprevedibile e conturbante. Strato dopo strato i personaggi del libro vengono impregnati di un’inquietudine aliena: un padre la cui vocazione religiosa manca di un mattone, una madre che orienta la realtà con geniale disinvoltura, un uomo d’affari imperscrutabile, la sua ex amante bruciata da un’ossessione, e poi Stella e Amina, inseparabili, rivelazioni di questo romanzo e di quello che la vita ci può riservare, a volte, nella sua brutalità.
Nel 2023 è uscita su Netflix la miniserie omonima tratta dal libro, con Per Hanefjord alla regia, Alexandra Karlsson Tyrefors nei panni di Stella, Lo Kauppi nelle vesti di sua madre Ulrika e Björn Bengtsson con il collarino da pastore di Adam. Ecco il trailer italiano:
Sabbie Mobili. Tre settimane per capire un giorno di Malin Persson Giolito, Adriano Salani Editore, 2018, ISBN 9788893815819.
Maja Norberg, diciotto anni, è sotto processo per la strage avvenuta in un liceo del quartiere più ricco di Stoccolma. Nella sparatoria sono state massacrate molte persone, tra cui il fidanzato e la migliore amica di Maja. Lei ha trascorso nove mesi strazianti in prigione in attesa del processo e ora è arrivato il momento di entrare in aula. Ma com’è possibile che Maja, la ragazza della porta accanto, brava studentessa e popolare tra i compagni di scuola, sia diventata la teenager più odiata del Paese? Che cosa ha fatto? O, forse, è quello che non ha fatto ad averla condotta a questo punto? Mentre il processo va avanti, torniamo indietro ad analizzare i mesi precedenti alla sparatoria e scopriamo qual è stato il punto di svolta nella vita di Maja: innamorarsi di Sebastian Fagerman, il figlio dell’imprenditore più ricco di Svezia. Sebastian è affascinante e pericoloso e lei è attratta da lui come una falena dalla fiamma. Più la relazione si fa intricata e più Maja si allontana dai genitori e dagli amici, ma nessuno è capace di captare il suo silenzioso grido di aiuto. Dietro la facciata rassicurante di una comunità agiata si insinuano tensioni razziali e problemi di droga e intanto gli adulti sono assenti e i punti di riferimento svaniscono. E mentre Maja affonda nelle sabbie mobili, tutti sono pronti a scagliare la prima pietra. Sarà davvero un’assassina a sangue freddo o è solo una ragazza che ha perso la sua strada e adesso è rimasta sola? Attraverso la voce capricciosa, irriverente e unica di Maja ricostruiamo la sua storia e, anche se fa male, non riusciamo a smettere di ascoltare.
Da questo romanzo è stata tratta la serie originale Netflix “Quicksand”.
La strega di Camilla Läckberg, trad. Alessandro Borini, Valeria Gorla e Samanta K. Milton Knowles, Marsilio, 2017, ISBN 9788831726962.
Marie Wall, celebrata star di Hollywood, è tornata a Fjällbacka per le riprese di un film su Ingrid Bergman di cui è la protagonista, e in paese non si parla d’altro.
«Siamo tutti capaci di uccidere. Lo strato di vernice sociale è sottile, ma sotto covano istinti primordiali che possono prendere il sopravvento in qualsiasi istante, se si verificano le condizioni giuste. O, per meglio dire, quelle sbagliate» «Camilla Läckberg è bravissima nel mescolare scene d’intimità domestica e orrore raccapricciante» – The Guardian
«Camilla Läckberg possiede quello straordinario talento nel costruire storie che è così difficile da definire, e così fondamentale per il successo di un romanzo» – Dagens Nyheter
Trent’anni prima, quando era ancora una ragazzina, Marie e la sua amica del cuore erano state accusate di aver ucciso la piccola Stella, una bambina di appena quattro anni, la cui morte aveva profondamente scosso l’intera comunità. Quando alle porte di Fjällbacka, dove ora riecheggiano i suoni dell’estate, un’altra bambina scompare misteriosamente nelle stesse circostanze, il ricordo di quei drammatici eventi riaffiora con forza. Può davvero essere una coincidenza? Per capire se esiste un collegamento tra passato e presente, Patrik Hedström e la sua squadra devono disseppellire verità taciute per lunghi anni. Ed Erica, che al caso Stella lavora già da un po’, ha intenzione di fare di tutto per aiutare la polizia, mettendo a disposizione la sua principale abilità: quella di scavare a fondo nei vecchi casi di omicidio, cercando di scoprire che cos’è realmente accaduto e, soprattutto, perché. Intanto, intorno a loro cresce la paura, paura dell’ignoto e del diverso, che esaspera il clima di sospetto e alimenta un odio che arde come fuoco. In una rinnovata caccia alle streghe, quella stessa terra che secoli prima era stata illuminata da innumerevoli roghi, innalzati in nome di una folle lotta contro il demonio, minaccia di bruciare ancora, e di perdersi in un’immensa oscurità.
Running wild. Trovare se stessi correndo nella foresta artica di Markus Torgeby, UTET, 2018, ISBN 9788851162320.
Markus corre tra gli alberi millenari, sulle rocce o lungo sentieri inesplorati, circondato dal silenzio. Corre nella neve invernale e sotto il sole dell’estate artica. Corre nella natura selvaggia. Vive come un eremita tra i boschi di Jämtland, nel cuore impervio della Svezia, lontano da qualsiasi segno di civiltà e dalle aspettative che gli altri hanno su di lui. Una radura, una tenda, un focolare. Come è arrivato lì? Da cosa scappava? E cosa ha trovato?
Markus Torgeby corre da quando ha dieci anni: è l’unica cosa che lo fa stare bene, perché solo così riesce a dimenticare almeno per un po’ i problemi a casa, con sua madre, malata di sclerosi multipla, che peggiora a vista d’occhio. È solo un ragazzino quando un allenatore intravede in lui le potenzialità del campione e lo fa entrare nella sua squadra di atletica.