Samanta K. Milton Knowles

Traduttrice editoriale SV>IT, DA>IT specializzata in letteratura infantile, young adult e fumetti

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“Heartstopper vol. 1” di Alice Oseman

Ho affrontato la lettura del primo graphic novel della tetralogia di “Heartstopper” di Alice Oseman – edito in Italia da Oscar Mondadori Ink nella traduzione di Francesco Matteuzzi – non avendo idea di cosa aspettarmi… e la storia di Charlie e Nick mi ha sorpreso, catturato, travolto, incatenato, emozionato.

Poi mio figlio di dieci anni lo ha visto e mi ha chiesto se poteva leggerlo. Ci ho pensato un attimo e mi sono detta “Perché no?”. Lo ha preso e lo ha divorato. Poi oggi mi ha chiesto se poteva leggerlo di nuovo. E lo ha ri-divorato. Il suo commento è stato “Bellissimo, mamma, però c’erano un po’ di parole che non conoscevo… cosa significa bisessuale?”.

Ecco. Avrebbe una grande importanza anche solo per questo.

Ma poi c’è questa bellissima storia d’amore che nasce e questi due personaggi adorabili che non puoi fare a meno di amare. E proprio non puoi fare a meno di sorridere, mentre lo leggi. E vorresti leggerne subito un altro, e un altro, e un altro ancora.

Io e mio figlio senz’altro li leggeremo tutti, e voi?

Vi lascio la trama qui sotto, ma potreste scegliere di leggerlo anche solo per la dolcezza. A me ha coccolato l’anima.

“Charlie e Nick frequentano la stessa scuola ma non si sono mai incontrati… fino al giorno in cui si trovano seduti l’uno accanto all’altro. Diventano subito amici. Anzi di più. Charlie si innamora perdutamente di Nick, anche se pensa di non avere alcuna possibilità. Ma l’amore è sempre sorprendente, e anche Nick si scopre attratto da Charlie. Molto più di quanto entrambi potessero immaginare.”

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“Vox” di Christina Dalcher

È sempre difficile parlare di un libro che ti ha deluso… Trovare le parole, riuscire a capire esattamente cosa non ti è piaciuto o non ti è piaciuto abbastanza, ma soprattutto cosa ti aspettavi di più, non è semplice. Forse l’unico modo è partire da cosa ti ha spinto a leggere il libro in primo luogo.

Dunque, ho letto “Vox” di Christina Dalcher (edito in Italia da Nord nella traduzione di Barbara Ronca), dedicandogli anche un gruppo di lettura, perché si basa su un’idea davvero geniale.

[inizio conteggio parole]

Immaginate gli Stati Uniti con un governo dittatoriale fondato da uomini in cui le donne non possono lavorare, prendere decisioni, ma soprattutto non possono parlare, leggere o scrivere. Tutte le donne, comprese le bambine, hanno al polso un contatore di parole. Raggiunte le cento parole pronunciate in un giorno, il contatore dà la scossa. Alle bambine viene insegnato solo a contare (per poter fare la spesa) e a occuparsi della casa, dei figli e dei mariti. Aggiungete incentivi per i matrimoni celebrati prima dei diciotto anni, premi alle bambine che non parlano per ventiquattr’ore e umiliazioni pubbliche per le dissidenti.

[limite di 100 parole raggiunto]

Geniale, angosciante, terribile. No?

La base perfetta per un distopico da paura. E io amo il genere distopico.

Però. C’è un però. Il libro non regge. Il primo terzo è oggettivamente ansiogeno, ma più per l’idea – perché ti porta in continuazione a pensare “E se succedesse a me? E se succedesse alle mie figlie, alle mie sorelle, alle mie amiche?” – che per la narrazione. Poi si perde. La scrittura è scorrevolissima e il romanzo si legge davvero bene, ma manca totalmente l’empatia. Soprattutto nell’ultima metà ho trovato il tono freddo e distaccato, la struttura e gli escamotage per portare la trama dove vuole l’autrice sono banali e neanche tanto ben congegnati. Molte cose succedono e basta, senza un intreccio a sostegno degli avvenimenti. Alcuni buchi narrativi sembrano voragini. Il finale è decisamente affrettato.

Che peccato.

Tuttavia una seconda occasione non si nega a nessuno, e con il gdl abbiamo deciso di leggere anche il secondo libro di Christina Dalcher, “La classe”, a giugno.

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Facciamo che io ero un supereroe!

Facciamo che io ero un supereroe! di Emma AdBåge, Beisler Editore, 2021, ISBN 9788874590841.

Quando Nils arriva all’asilo, trova solo Pia. Che rabbia, lui voleva divertirsi con Jocke a fare i Supereroi! I due cominciano comunque a giocare e Nils non ha dubbi: lui sarà Batman, mentre Pia una gattina. È molto più forte Batman, lo sanno tutti. È il più forte dell’universo.

Però Pia dà l’idea di divertirsi un mondo, assume un sacco di posizioni speciali e interessanti che solo i felini conoscono, non come il vecchio Batman…

Un’esaltazione vivida del gioco e della fantasia con illustrazioni impetuose e originali, che si allontanano anni luce da ammiccamenti o bamboleggiamenti. Un albo illustrato graffiante dalla felice freschezza narrativa.

Età di lettura: dai 4 anni

Di Emma AdBåge ho anche tradotto Il regalo per Beisler e La Buca, La Natura e La ferita per Camelozampa. Ho inoltre tradotto per Beisler l’albo illustrato Stupido disegno! scritto da Johanna Thydell e i libri per ragazzi La Ester più Ester del mondo e Per davvero, Ester? scritti da Anton Bergman.

Scrive Marina Petruzio nella sua recensione:

“Determinante il lavoro di traduzione nella restituzione linguistica non solo pedissequa nel significato ma perfettamente intonata all’infanzia, di chi sa altrettanto perfettamente quante vocali inserire per simulare un tono, quale l’espressione che la parola dona al viso anche se lo si può solo immaginare, quando uno dice all’altra adesso sei morta e per lei il gioco si ferma, quei dai a significare la noia e l’assurdo della situazione che gioca a tuo sfavore, quando il maiuscolo si fa perentorio o urlo. Determinante per l’ottima riuscita del libro e qui non c’è cedimento alcuno.”

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Emma AdBåge – © John Sandlund

Creatura della notte

Creatura della notte di Hanna Gustavsson, Fandango Libri, 2021, ISBN 9788860447340.

Ingrid, o meglio Iggy, è una ragazza di 14 anni che preferisce il suo computer alla vita reale. Quando non è impegnata a googlare genitali, frequenta vari forum nascosta dietro il nickname “Creatura della notte”.

Il mondo parallelo che si è costruita è la sua via di fuga da un’adolescenza mortalmente noiosa e da una madre irritante che ha appena iniziato una relazione con Bosse, il quale prova disperatamente a conquistare la sua simpatia.

Un giorno, Iggy scopre che il fotografo che viene a scuola per i ritratti di rito condivide con lei l’interesse per l’hard-rock, e i due instaurano un’amicizia segreta online. Una volta, dopo la scuola, mentre sua madre è impegnata con il suo fidanzato, Ingrid decide di andare a trovare il fotografo nel negozio di dischi in cui lavora…

Creatura della notte è la storia di un’adolescenza turbolenta e faticosa, di ricerca della propria identità, di scoperta della sessualità e d’amicizia. Hanna Gustavsson dipinge, con il personaggio di Iggy, una quattordicenne profondamente critica nei confronti della realtà, dotata di un’integrità fuori dalla norma e di una grande forza di volontà, ma annoiata, come riescono a esserlo solo gli adolescenti.

Con il suo acuto spirito d’osservazione, uno stile narrativo personale e disegni fortemente espressivi, Gustavsson ci offre uno sguardo accurato e penetrante sul significato dell’adolescenza, guadagnandosi, già al suo debutto, un posto tra i grandi fumettisti di livello internazionale.

Qui – al minuto 34:28 – potete trovare una mia intervista su “Creatura della notte” a Tabula Rasa, la trasmissione sui libri di Radio Onda Rossa, del 14.10.2021.

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Hanna Gustavsson

Hanna Gustavsson

Hanna Gustavsson

Hanna Gustavsson è un’illustratrice, vignettista e autrice svedese.

Nata nel 1985, è cresciuta a Solna e ha studiato Graphic design e Storytelling alla Konstfack di Stoccolma.

Tra i suoi temi: la sessualità, il genere e le differenze di classe.

Con la sua Iggy 4-Ever (Galago förlag, 2015), il secondo libro dedicato a Iggy, è stata nominata per il Nordic Council Prize for Children’s and Youth Literature 2016.

Creatura della notte, pubblicato per la prima volta in Svezia nel 2013 (Nattbarn, Galago förlag), ha segnato il suo debutto come autrice.

Di Hanna Gustavsson ho tradotto Creatura della notte, uscito per Fandango Libri nel 2021.

“Misery” di Stephen King

E ora da dove comincio per parlarvi di “Misery” di Stephen King?

Potrei cominciare dicendo che è stato pubblicato nel 1987, in Italia è edito da Sperling&Kupfer nella traduzione di Tullio Dobner e che ne è stato tratto un film che mi dicono essere bellissimo. Ma questo non vi direbbe assolutamente nulla su cos’è “Misery”.

Allora potrei dire parole come incidente, sedia a rotelle, coltelli, scure, piede, pollice, falciatrice, Novril, infermiera, macchina da scrivere, neve, polizia, maiale, topo. Ma nessuna di queste parole vi direbbe qualcosa, senza una spiegazione. E se ve le spiegassi, finirei per raccontarvi troppo della trama. E non si può. Proprio no.

Quindi vi dovete fidare. Un salto nel buio, ecco cos’è “Misery”. Però vi avverto, bisogna essere prontə a tuffarsi nelle pozze più oscure della follia umana, nelle correnti più cruente dell’immaginazione, nei vortici dell’ansia, nelle fosse piene di sangue della mente. Insomma, bisogna aver voglia di provare più angoscia di quanta un essere umano medio possa vivere nel corso di una vita intera. Bisogna essere dispostə a sacrificare le unghie di entrambe le mani, svariate ore di sonno, forse barattare qualche docile sogno di zucchero filato con un terribile incubo, ma se si accettano le condizioni, “Misery” non delude. Vi ritroverete senza fiato e le immagini che King riesce a dipingere rimarranno impresse sulla tela del vostro subconscio molto a lungo.

Siete prontə a tuffarvi? Prontə a pensare più volte “Ma chi diavolo me l’ha fatto fare?” seguito a ruota da “Non posso smettere di leggere, è il viaggio più assurdo e bello che abbia mai fatto in vita mia!”?

Se la risposta è sì, allora “Misery” è il libro giusto per voi. Ma dimenticate unicorni e storie d’amore, quel che vi rimarrà in bocca sa di marcio.

Ah, ricordatevi i nomi Paul Sheldon e Annie Wilkes. Non li dimenticherete più.

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La Natura

La Natura di Emma AdBåge, Camelozampa, 2021, ISBN 9791280014177.

Questo è un paesino in cui vivono persone di tutti i tipi. Ci siamo noi bambini, e adulti di età diverse. Poi abbiamo anche degli animali domestici. Cani e roba del genere.  Fuori dal nostro paesino ci sono altre cose, chiamate la Natura.

Ancora una volta l’umorismo di Emma AdBåge, Premio Andersen 2020 per La Buca, non risparmia nessuno. Un albo che fa ridere ma anche riflettere sulla nostra relazione con la Natura: tutti la amiamo a parole, ma quanto spesso la sacrifichiamo per la nostra comodità?

Età di lettura: dai 4 anni

Di Emma AdBåge ho anche tradotto La Buca e La ferita per Camelozampa e Il regaloFacciamo che io ero un supereroe! per Beisler. Ho inoltre tradotto per Beisler l’albo illustrato Stupido disegno! scritto da Johanna Thydell e i libri per ragazzi La Ester più Ester del mondo e Per davvero, Ester? scritti da Anton Bergman.

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Per sentire Susi Danesin leggere l’inizio de La Natura:

E per sentire una recensione parlata:

Scrive Marina Petruzio:

“La Natura è, per un periodo di tempo, una parola sola che descrive qualcosa di estremamente particolare e per i grandi difficile da gestire. È quel qualcosa, un’entità con la quale si vede crescendo, l’adulto lottare, non essere mai contento, gettare la spugna e optare, infine vincitore ma vinto, per una spianata di cemento.”

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Ulf, il bambino grintoso

Ulf, il bambino grintoso di Ulf Stark, ill. Markus Majaluoma, Iperborea Casa Editrice, 2021, ISBN 9788870919806.

La necessità di diventare grandi a piccoli passi e il rapporto tra nonni e nipotini al centro di una nuova avventura firmata da un indiscusso e premiato gigante della letteratura per l’infanzia: Ulf Stark

Nonno Gottfrid è sempre arrabbiato, lavora troppo e impreca in continuazione. E detesta gli insetti: ecco perché il piccolo Ulf crede di fargli un favore catturando un bombo. Invece il nonno, tanto per cambiare, si arrabbia, visto che i bombi gli tornano utili trasportando il polline. E quando chiede a Ulf di aiutarlo e lui si dichiara troppo piccolo per spaccare legna, arriva la punizione: l’indomani il nipotino sarà suo «schiavo». È il momento di tirare fuori la grinta, gli dice, perché non vorrà mica diventare un pelandrone come suo padre? Tirare fuori la grinta significa accatastare legna, correre a prendere il latte dai Samuelson, verniciare panche… finché per fortuna arriva in visita nonno Gustav, che schiavista non è, e che per cinque corone riscatta il nipote. Allora sì che Ulf può tornare a fare le sue cose da bambino, come andare a caccia di lombrichi e pescare persici con il nonno simpatico e tirare uno scherzetto istruttivo all’altro nonno. Con il sorriso divertito di sempre, Ulf Stark trasforma anche questa piccola avventura in temi grandi: il rapporto tra le generazioni e il diritto dei bambini di andare verso l’età adulta al loro passo di bambini.

Età di lettura: dai 5 anni

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Di Ulf Stark ho tradotto anche Una stella di nome Ajax, sempre per Iperborea.

Scrive Marina Petruzio:

Ulf, bambino grintoso è il quarto scorcio di un’infanzia vissuta da fratello più piccolo di uno più grande che nulla ti risparmia che Ulf Stark Markus Majaluoma propongono ai lettori di ogni età dopo gli indimenticabili Il bambino dei baci, Il bambino detective e Il bambino Mannaro. Meno alle prese con il fratello e i suoi amici questa volta Ulf  indossa i panni di un bambino grintoso.”

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Ulf Stark – © Johanna Hanno

Jessica Schiefauer

Jessica Schiefauer – © Ola Kjelbye

Jessica Schiefauer è nata nel 1978 e cresciuta a Kungälv, poco lontano da Göteborg. Ha frequentato corsi di scrittura alle università popolari Fridhem, Bona e Nordiska. Ha anche studiato svedese, inglese e scienze letterarie presso l’Università di Göteborg e ha una laurea pedagogica in lingue e scrittura creativa. Oltre a scrivere, Jessica tiene corsi di lingua e di scrittura creativa.

Il romanzo debutto Om du var jag (2009, Se tu fossi me, non edito in Italia) ha ricevuto una calorosa accoglienza.

Con il romanzo Pojkarna (2011, pubblicato in Italia nel 2016 da Feltrinelli con il titolo Girls, trad. Samanta K. Milton Knowles), vincitore del premio Augustpriset 2011, Jessica Schiefauer si è affermata come una delle scrittrici svedesi più interessanti in assoluto. Il romanzo è stato anche nominato al premio Nordiska Rådets Pris nel 2013, ha vinto il Grande Premio per gli Audiolibri Stora Ljudbokspriset e nel 2015 ne è stata fatta una trasposizione cinematografica con la regia di Alexandra-Therese Keining. Ne sono stati tratti anche numerosi spettacoli teatrali.

Anche il romanzo När hundarna kommer (2015, pubblicato in Italia nel 2022 da Camelozampa con il titolo Quando arrivano i cani, trad. Samanta K. Milton Knowles) ha vinto il premio Augustpriset nel 2015, il Grande Premio per gli Audiolibri Stora Ljudbokspriset e il premio Spårhunden come miglior thriller per bambini e ragazzi.

Il suo primo romanzo per adulti, Bärarna (2020, pubblicato in Italia nel 2022 da Fandango con il titolo Le portatrici, trad. Samanta K. Milton Knowles), è stato accolto molto bene dalla critica svedese.

Ho conosciuto Jessica Schiefauer telematicamente mentre stavo lavorando alla traduzione del suo romanzo YA “Pojkarna”, uscito in Italia per Feltrinelli con il titolo “Girls”. A luglio 2016, in vacanza a Göteborg con la mia famiglia ci siamo incontrate e abbiamo parlato per tre ore filate (se non di più). Lì, nel parco di Trädgårdsföreningen, è nata la nostra amicizia, che trascende la collaborazione professionale.

Göteborg 2016

Jessica Schiefauer è, senza dubbio, la mia scrittrice vivente preferita in assoluto. La sua capacità di descrivere l’animo umano e il suo modo di utilizzare la parola scritta per me non hanno eguali. Dire che mi sento onorata a tradurla è riduttivo.

Bellinzona 2019

E quest’anno ho avuto la fortuna di lavorare a ben due sue opere, entrambe in uscita nel 2022. Il cuore mi scoppia di gioia al solo pensiero.

Storie Controvento, Bellinzona 2019 – © Storie Controvento
Tempo di libri, Milano 2017 – © Chiara Pasqualini
Writing the pandemic – interview in English

“Una voce dal lago” di Jennifer Donnelly

Oggi vi parlo… no, oggi non vi parlo di “Una voce dal lago” di Jennifer Donnelly, edito in Italia da Mondadori nella traduzione di Egle Costantino. Oggi provo a ripescare nei meandri della memoria gli stralci di una lettura.

Ho una pessima memoria per quanto riguarda le trame dei libri che leggo, il mio cervello sovraccarico di letteratura tende a mantenere in qualche polveroso cassetto solo qualche traccia sbiadita di emozione. E ora, trovandomi nel bellissimo #carnegietour di @chiediloallorango questo titolo che avevo già letto e che mi era piaciuto proprio tanto, mi sono resa conto di non ricordare molto.

Ho incontrato per la prima volta “Una voce dal lago” a settembre 2018, nell’ambito dei bellissimi SEMInari che Alessandra Starace organizzava con maestria degna di una direttrice d’orchestra.

All’epoca non tenevo traccia dei libri letti e spulciando qua e là ho ritrovato solo una frase che avevo scritto, in una delle discussioni: “A sud c’è il sogno, l’emancipazione. La grande città, l’università, in contrapposizione con il freddo nord che tarpa le sue ali.”

Profondo nord degli Stati Uniti, 1906. Mattie ha sedici anni ed è la donna di casa: da quando la madre è morta aiuta il padre e si occupa delle sorelle. Mattie però ha una grande passione, che per i suoi tempi e la sua situazione sembra un sogno irrealizzabile: andare a New York a studiare per diventare scrittrice. La razionalità le direbbe invece di sposare Royal, il ragazzo della fattoria accanto.

L’altra storia è un giallo: una donna annega nel lago davanti all’albergo in cui Mattie sta lavorando per racimolare i soldi per studiare o per sposarsi, a seconda della strada che sceglierà di intraprendere. E Mattie sospetta che il fidanzato della donna possa essere coinvolto.

Per il resto i miei ricordi sono i seguenti…

Parole. Emancipazione. Scelte di vita. Treno. Lago. Mistero. Lettere. Sorelle.

La bellissima modella perfettamente calata nella parte della ragazza d’inizio Novecento è Virginia Mori Ubaldini di C’era una volta gioielli

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