Di seguito l’intervista che mi ha fatto Monica Tappa per il numero 3/2022 di unaTAPPAtralerighe
unaTAPPAtralerighe è un progetto di Monica Tappa con recensioni, segnalazioni, spunti, appuntamenti, interviste e tantissimo materiale legato all’editoria per ragazzi. Rivolto a genitori curiosi, ma anche a educatori, docenti, bibliotecari è un vero e proprio magazine (ma diverso dai soliti), che si riceve a cadenza mensile, su abbonamento. Info: unatappatralerighe@gmail.com
Il 14.10.2021 sono stata intervistata a Tabula Rasa, la trasmissione sui libri di Radio Onda Rossa, per parlare di Creatura della notte di Hanna Gustavsson.
☆ La traduttrice Samanta K. Milton Knowles per “Creatura della notte” di Hanna Gustavsson, edito da Fandango Libri. Creatura della notte è la storia di un’adolescenza turbolenta e faticosa, di ricerca della propria identità, di scoperta della sessualità e d’amicizia.
Le parole di Pippi di Eva Valvo Per i 75 anni di Pippi Calzelunghe esce per Salani una nuova edizione. Incontro con Samanta K. Milton Knowles, autrice della revisione di traduzione
Trovate tutti gli estremi della rivista Andersen qui
Le parole di Anselmo Roveda su Rete Tre, rete radiofonica d’intrattenimento della RSI, le trovate qui, circa dal minuto 02:45 al minuto 07:30.
Dopo il Premio Andersen a La Buca di Emma AdBåge, tradotto da me per Camelozampa, come miglior libro 6/9 anni, arrivato anche seconda al Super Premio Andersen, sono stata intervistata da Mara Pace su Flatlandia – Radio Onda d’Urto. Potete ascoltare l’intervista qui.
LuciaLibri mi ha intervistato dopo l’uscita di I’m every woman di Liv Strömquist, Fandango 2019.
Secondo lei il corpo delle donne è ancora un tabù, in Italia? È un tabù in generale, o siamo più avanti di quello che pensiamo?
«È un tabù ogni volta che una donna crede di non poter dire “no”. È un tabù quando le cariche importanti sono ricoperte solo da uomini. È un tabù quando si ha paura di usare i femminili, grammaticalmente più che corretti, delle professioni. È un tabù quando il presentatore TV è uomo e la donna è sempre e solo la valletta. È un tabù quando in una recita di prima elementare ai maschi vengono proposti ruoli come orsetti, soldatini e clown, mentre alle bambine solo ballerine e bamboline. Quindi sì, è tabù. La donna stessa è ancora tabù per molti, troppi. L’Italia ha fatto passi avanti, ma la strada è ancora lunghissima!»
L’intervista completa a cura di Margherita Ingoglia la trovate QUI
In what way do you think that Swedish literature for children is needed in Italy?
It is really needed since Swedish literature for children often bring
up difficult issues in a good way. In my opinion, in Italian books for
children it is either taboo to portray difficult things, for example
suicide, or it is carried out in a moralising and redundant manner.
Storytelling is always from the adult’s perspective and I believe this
is wrong! If the adult always is the strong one, teaching and comforting
the child, children will find the story boring. In Swedish literature
for children you can talk about anything, even that which is difficult,
without it becoming a big deal. It can be a beautiful book, but in the
background, there might be a parent who died or committed suicide. The
point is that it is a good story, focusing on the main characters and
the rest just follows.
L’intervista completa in inglese a cura di Ingrid Heller la trovate QUI
Traduci molta narrativa per ragazzi e bambini: tra gli Young
Adult, mi sembra molto interessante ‘Girls’ di Jessica Schiefauer,
uscito nel 2016 per Feltrinelli. Vuoi parlarcene? (Interessante, tra
l’altro, il fatto che il titolo originale sia ‘Ragazzi’… e non
‘ragazze’…)
Girls (in svedese Pojkarna, i ragazzi) è un libro davvero forte, che
affronta molti temi secondo me importanti. Quando Jessica ne parla
racconta che le è venuta l’idea passeggiando da sola di sera su un
sentiero intorno a un lago. Mentre camminava si è resa conto che a ogni
minimo rumore si irrigidiva, cercando di capire da dove provenisse il
suono, chi fosse, se potesse costituire un pericolo. E ha
consapevolizzato che noi donne lo facciamo in continuazione: siamo
sempre sull’attenti, sentiamo ogni sguardo che ci viene rivolto. Ha
dunque cercato di capire quanto fossero diversi gli sguardi rivolti a un
uomo rispetto a quelli rivolti a una donna. Quello che a Kim (la
protagonista) è concesso di fare nel libro è proprio questo: sentire
cosa si prova a essere guardati nei panni di un ragazzo. E il titolo è
emblematico. Tutto ruota intorno ai rapporti tra maschi, e a come si
comportano i maschi con le femmine. Di fatto però anche il titolo
“italiano” (che la casa editrice ha ritenuto più accattivante) ha un suo
perché, anche se all’inizio non mi piaceva: dopotutto si tratta in
primo luogo di far capire a tutti, ragazzi e ragazze, come sono
costrette a vivere le donne in questa società. Mai rilassate al cento
per cento, sempre vigili. Questa forza, insita nella natura femminile,
traspare in tutto e per tutto anche nel linguaggio e nella scrittura di
Jessica Schiefauer, rendendo tutto ciò che scrive una montagna russa
emotiva.
L’intervista completa a cura di Maria Sole Bramanti la trovate QUI