È sempre difficile parlare di un libro che ti ha deluso… Trovare le parole, riuscire a capire esattamente cosa non ti è piaciuto o non ti è piaciuto abbastanza, ma soprattutto cosa ti aspettavi di più, non è semplice. Forse l’unico modo è partire da cosa ti ha spinto a leggere il libro in primo luogo.
Dunque, ho letto “Vox” di Christina Dalcher (edito in Italia da Nord nella traduzione di Barbara Ronca), dedicandogli anche un gruppo di lettura, perché si basa su un’idea davvero geniale.
[inizio conteggio parole]
Immaginate gli Stati Uniti con un governo dittatoriale fondato da uomini in cui le donne non possono lavorare, prendere decisioni, ma soprattutto non possono parlare, leggere o scrivere. Tutte le donne, comprese le bambine, hanno al polso un contatore di parole. Raggiunte le cento parole pronunciate in un giorno, il contatore dà la scossa. Alle bambine viene insegnato solo a contare (per poter fare la spesa) e a occuparsi della casa, dei figli e dei mariti. Aggiungete incentivi per i matrimoni celebrati prima dei diciotto anni, premi alle bambine che non parlano per ventiquattr’ore e umiliazioni pubbliche per le dissidenti.
[limite di 100 parole raggiunto]
Geniale, angosciante, terribile. No?
La base perfetta per un distopico da paura. E io amo il genere distopico.
Però. C’è un però. Il libro non regge. Il primo terzo è oggettivamente ansiogeno, ma più per l’idea – perché ti porta in continuazione a pensare “E se succedesse a me? E se succedesse alle mie figlie, alle mie sorelle, alle mie amiche?” – che per la narrazione. Poi si perde. La scrittura è scorrevolissima e il romanzo si legge davvero bene, ma manca totalmente l’empatia. Soprattutto nell’ultima metà ho trovato il tono freddo e distaccato, la struttura e gli escamotage per portare la trama dove vuole l’autrice sono banali e neanche tanto ben congegnati. Molte cose succedono e basta, senza un intreccio a sostegno degli avvenimenti. Alcuni buchi narrativi sembrano voragini. Il finale è decisamente affrettato.
Che peccato.
Tuttavia una seconda occasione non si nega a nessuno, e con il gdl abbiamo deciso di leggere anche il secondo libro di Christina Dalcher, “La classe”, a giugno.
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