“Oh Bunny sei geniale!” ha scritto Margaret Atwood su Twitter.
Non posso che essere d’accordo. “Bunny” è genio puro, che rasenta la follia. Ma che dico, è follia pura. Lettura scorrevolissima, protagonista intrigante e dalla prima all’ultima pagina la sensazione di non capire fino in fondo. A tratti disturbante, con pizzichi di disgusto e orrore, ma permeato di una forza magnetica che mi teneva incollata alle pagine.
Samantha, scrittrice in erba, frequenta la Warren, una scuola d’arte molto esclusiva ed elitaria. Quasi tutti i suoi colleghi studenti sono della classe alta, ricchi e viziati. Soprattutto le Bunny, un gruppetto di quattro ragazze che frequentano il suo stesso seminario di scrittura creativa. Ma Samantha non ha idea di cosa scoprirà una volta che avrà conosciuto meglio le sue compagne e sarà entrata in quella che la migliore (l’unica?) amica della protagonista chiama “la setta delle bonobo”. Vi dico solo che quel che succede in quei soggiorni di lusso fa davvero accapponare la pelle.
La follia però si annida ovunque, e presto sarà difficile distinguere ciò che è reale da ciò che la mente di Samantha produce.
Mona Awad, come vi ho già detto, ha avuto la capacità di farmi uscire da un blocco del lettore. Questo perché il suo libro è davvero impossibile da mettere giù.
“Bunny” di Mona Awad è edito in Italia da Fandango Libri nella traduzione di Chiara Brovelli.
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